
Parlare di integrazione, oggi, rischia spesso di restare un esercizio teorico, un ideale evocato più che vissuto. Ma ci sono storie concrete che dimostrano che l’inclusione è davvero possibile, quando dietro ci sono persone, impegno e una rete che funziona.
È il caso della Casa dei Lavoratori Stranieri di Catania, luogo di ospitalità, incontro e formazione, diventata nel tempo un punto di riferimento per la valorizzazione delle competenze dei migranti.
Grazie alla dedizione del Presidente provinciale ALS Tiffany Palella e del segretario provinciale ALS Luca Solarino, la struttura ha saputo trasformarsi in un laboratorio di crescita e integrazione, dove il dialogo tra istituzioni, operatori e cittadini costruisce ogni giorno esperienze reali di inserimento lavorativo.
Protagonisti di questa storia sono Jamal e Mohamed, due giovani che hanno firmato un contratto di lavoro regolare, dando così avvio a un percorso di autonomia, dignità e speranza. Entrambi hanno mostrato costanza e coraggio: hanno accettato di formarsi, di trasferirsi in un nuovo territorio e di mettersi alla prova, superando le barriere linguistiche e culturali.
Determinante è stato l’accompagnamento del Geometra Salvatore Dilettoso, che li ha seguiti passo dopo passo durante il periodo di prova, garantendo formazione e supervisione costante. Ma anche la loro vita privata ha trovato un punto fermo: oggi Jamal e Mohamed hanno una casa a Bronte, simbolo di una nuova stabilità e di un’integrazione che parte dal lavoro per arrivare alla comunità.
Un risultato reso possibile dalla sinergia tra operatori attenti e sensibili, capaci di unire competenza tecnica e umanità, costruendo alleanze sui territori di Catania e Bronte. Il loro lavoro di rete ha coinvolto anche il datore di lavoro, che ha creduto nel talento e nella voglia di riscatto dei due ragazzi.
Ogni passo, dalla formazione all’inserimento, è stato condiviso e seguito con cura anche dal Presidente nazionale ALS MCL, dott. Paolo Ragusa, che ha sottolineato come la firma di un contratto, in questi casi, rappresenti “molto più di un impiego: è la prova che l’inclusione è possibile quando si lavora insieme, con visione e responsabilità”.
Una storia che racconta il volto migliore della solidarietà siciliana: quello fatto di impegno concreto, rete, fiducia e lavoro.