
Lโultima testimonianza รจ stata quella di unย bracciante di 32 anni di origine pakistana,ย che alla fine tra qualche ยซnon ricordo beneยป e ยซmi sembra che…ยป ha confermato tutto quanto riferito ai carabinieri e messo a verbale poco dopo il blitz nei campi compiuto nellโestateย del 2019 a Ostiglia.
Lavoro no stop
E cioรจ che non lavorava sei ore al giorno da lunedรฌ al venerdรฌ, ma quasi dodici ore, dalle 5-6 di mattina alle 5 del pomeriggio, dal lunedรฌ al sabato in cambio di 5 euro allโora. E che alla fine del mese il datore di lavoro gli chiedeva pure 120 euro per lโaffitto e il pagamento degli alimenti che gli venivano distribuiti a pranzo e cena. Ultimo atto con la chiusura dellโistruttoria questa mattina, martedรฌ 20 maggio, al processo che vede sul banco degli imputati tre pakistani, il titolare della ditta che dava lavoro ai braccianti e due suoi dipendenti. Tutti e tre sono accusati di caporalato, in pratica sfruttamento del lavoro. Una sessantina i lavoratori che nei campi di Ostiglia raccoglievano verdura per conto di unโazienda agricola dedica alla coltura del radicchio.
Parte civile
Tre di loro si sono costituiti parte civile al processo assistiti dallโavvocato Annalisa Finocchiaro del Foro di Mantova, che cercherร di dimostrare che orari e carico di lavoro a cui erano sottoposti i braccianti era inquadrabile come sfruttamento e caporalato. E alla luce di questo particolare il giudice Gilberto Casari e il Pm Lidia Anghinoni in piรน occasioni hanno chiesto allโultimo teste in che modo e chi impartiva gli ordini ai lavoratori. Il bracciante ha indicato chi dava gli ordini e chi lo veniva al prendere al mattino per portarlo al lavoro. Chi lo pagava e chi invece lavorava e allo stesso tempo aveva un ruolo di secondo piano nella gerarchia aziendale. Lโazienda agricola era stata controllata durante un blitz dei carabinieri nellโambito dei servizi contro il lavoro nero e il caporalato a Ostiglia, in localitร Comuna Bellis.
Il blitz dei carabinieri
Lโoperazione si era conclusa con cinque arresti: in carcere erano finiti tre immigrati pakistani e un marocchino accusati di essere i caporali, cioรจ di gestire i braccianti, e il proprietario del fondo agricolo e committente del lavoro, un 72enne del luogo.ย A processo sono comparsi davanti al giudice i tre pakistani – il titolare della societร – e due dipendenti, che nelle precedenti udienze hanno ascoltato senza fiatare le testimonianze, a volte confuse, a volte omertose, a volte invece molto precise, rese con la mediazione di un interprete, dalla sfilata degli ex braccianti.ย Tutti i lavoratori erano risultati in regola con il permesso di soggiorno. Ma i problemi cโerano comunque: gli operai hanno ammesso infatti di aver percepito una paga di appena cinque euro allโora.ย Il processo รจ stato rinviato al 30 settembre.ย