
Trattati come schiavi, senza diritti, senza pause. I caporali sequestrano i permessi di soggiorno oppure impongono la paga globale, obbligano cioè gli operai a restituire in contanti varie centinaia di euro dallo stipendio mensile.
Qualcuno degli oppressi trova il modo di farsi valere in tribunale, come tre saldatori bengalesi della ex Pad Carpenterie di Monfalcone, stanchi di subire anche aggressioni fisiche.
Hanno vinto la causa in primo grado al tribunale di Gorizia. Due capiturno e un dipendente, italiani, sono stati condannati a 10 e 7 anni di carcere. Hanno fatto ricorso in appello e il processo deve ancora iniziare.
Sabato mattina ci sarà un incontro pubblico al Palazzetto Veneto di Monfalcone. Interverranno anche guardia di Finanza, Università di Trieste, Fiom Cgil e l’ex procuratore capo di Trieste De Nicolo. L’incontro è promosso dall’Osservatorio regionale antimafia e da Libera, associazione contro le mafie.
Nel servizio Paolo Dorigo, coordinatore nazionale SlaiProlCobas, e Francesca Giglione, referente Libera Gorizia.